Quel giorno

Quel dì la terra avrà, sotto i divini
cieli adoranti, un rispuntar gioioso
di fronde, e un mite aulir di biancospini.

Ogni soglia quel dì sarà fiorita
d’ulivo, a custodir la dolce casa
ove l’amor benedirà la vita.

Ed ogni madre allatterà suo figlio
con letizia e con pace, in lui versando
la potenza del suo sangue vermiglio;

o pur, china sul forte giovinetto
da lei cresciuto, d’incorrotti sensi
gli tesserà salda corazza al petto,

con le parole che le labbra oranti
ripeteran ne’ giorni in cui si muore,
pensando il casto viso e gli occhi santi.

Più non dovrà, più non dovrà nessuna
donna, per legge di servil fatica,
lasciar la casa e abbandonar la cuna.

Libera Dea di tempio immacolato,
verso la luce condurrà l’eroe
da la sua carne e dal suo spirto nato.

E tutti allor saran fratelli in questa
religion del doloroso grembo
che li creò pel sole e la tempesta:

nel sogno, nel lavoro e ne la messe
fratelli: — in nome di Colei che in tutti
gl’idiomi del mondo e con le stesse

infinite carezze in fondo al pio
sguardo e le stesse lacrime nel cuore,
perdonando susurra: «O figlio mio!...»

Tratta dalla raccolta: 
Maternità
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8