Quella che dorme

Quella che è stesa sul crocicchio, il lasso
corpo abbattuto al par d’un sacco informe,
d’un così immoto e duro sonno dorme
che il suo viluppo si confonde al sasso.

Per quali impure vie, da che remoti
sentieri d’ombra al lastrico sonoro
giunse, ove sete di potenza e d’oro
scaglia le sue pugnaci orde d’ignoti?...

Un carro può sventrarla, un fiotto umano
travolgerla. — Chi sei, povera carne?...
che storia narran le tue membra scarne
di miseria feroce e pianto vano?...

.... Dormi. — Ti sveglierai quando verrà
l’uomo che nella tua sudicia e magra
forma una pura argilla di Tanagra
scoprir, comprare ed adorar saprà:

e tu, stupita, avrai profumi per le
trecce, e monili ai nudi polsi, e trine
sulle giovani membra serpentine,
e intorno al collo sfavillii di perle:

piccola principessa della strada,
vestirai di lusinghe il tuo dominio:
e il riso e il bacio insanguinar di minio
saprai, come s’insanguina una spada.

Tratta dalla raccolta: 
Dal profondo
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25