Donata

Bimba, che entrando nel mondo svelasti a tua madre la vita-vivente
come ella a me, nel tempo in cui ero, più che anima, carne:
non somigliano ai nostri i tuoi occhi, color degli stagni nell'ombra:
altro è l'arco della tua fronte, altro il segno del tuo futuro.
E pure io so che un giorno ti splenderà in bocca il mio riso ventenne,
e, in un gesto, in un bacio, in un balzo di chiaro odio, di chiaro amore,
nello zampillo d’un canto risarai la fanciulla ch'io fui.
Forse l'opera bella che chiusa restò in me, mal viva, mal morta,
tu compirai nel sole, per alta sapienza di Nostro Signore.
Così la mia madre gaudiosa passò nelle vene a tua madre:
in te, così, mi prolungo: e tu, quando giusto sia il punto,
ne’ tuoi figli e ne’ figli dei figli; e niun seme verrà trascurato
e niuna forza dispersa; e chi muore vivrà; e in questa certezza ti amo
dell’amore che va dal principio sino all’ultima discendenza.

Tratta dalla raccolta: 
I canti dell'isola
Numero d'ordine: 
35