La morte

Se necessario è il male, e necessaria
la morte, — anche tu dunque, o luminosa,
morrai?... tu, che letizia da ogni cosa
suggi, come ogni bocca sugge l’aria?...

Io t’avrò fatta, io con insonne e fida
ansia t’avrò cresciuta, per saperti
mortale, e spenta, forse, in braccio averti?...
Dunque ogni madre al mondo è un’omicida?...

Dunque la vita mia, che a te coi cento
e cento suoi lacerti s’aggroviglia,
nulla potrebbe in tua difesa, o figlia
nata per la mia gioia e il mio tormento?...

Cingerti non potrebbe un’invisibile
veste, d’amore e amor tutta intessuta,
che contro gli anni e la ferocia muta
della morte ti renda incorruttibile?...

Nella miseria mia solo il patire
per te m’è dato, e in esso consumarmi:
perché tu possa, o figlia, perdonarmi
d’averti messa al mondo per morire.

Tratta dalla raccolta: 
Esilio
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15