Sette maggio 1898
Ho quell’ore ne l’anima inchiodate:
la via deserta, sotto un ciel di piombo:
ad un tratto, da lungi, un sordo rombo
di folla, e un grandinar di fucilate.
Porte e finestre in un balen serrate
lugubremente — poi silenzio. — Il rombo
già s’avvicina, sotto il ciel di piombo:
colpi, fischi di palle, urli, sassate.
Fin ch’io vivrò mi resterà ne l’ossa
quell’angoscia, quel soffio d’agonia
su gente inerme del suo sangue rossa;
e vedrò quel fanciul, senza soccorso
morente — un bimbo!... — in mezzo de la via,
china e intenta su lui come un rimorso.
Tratta dalla raccolta:
Maternità
Numero d'ordine:
17