La macchina romba

La macchina romba. — S’eleva ruggendo
il vasto solenne rumor,
Qual forte avoltoio che, l’aure fendendo,
si slancia a le nuvole d’ôr.

La macchina romba. — Son gli urli selvaggi
di chi fra i suoi denti spirò:
di chi stritolata fra gl’irti ingranaggi
la giovine vita lasciò.

Di cinghie, d’acciaio, di morse, di foco,
di spire temuto signor,
il mostro sbuffante nel vigile loco
si nutre d’immenso clamor:

folleggia, sghignazza, divampa, s’allenta,
stridendo si frena e ristà:
poi torna all’assalto, si snoda, ed avventa
nel cielo il fatidico hurrà.

«Avanti, campioni de l’opre venture,
scendete nel nobile agon:
di sega, di zappa, di picca, di scure
vi chiami l’onesta tenzon.

Bollenti di vita le turgide vene,
baciati nel viso dal sol,
spiranti l’ambrosia de l’aure serene,
nudriti da fertile suol,

osate, o campioni di novi ardimenti,
v’aspetta la libera età....»
.... La macchina romba: nel cielo, fra i venti
si slancia il fatidico hurrà.

Tratta dalla raccolta: 
Fatalità
Numero d'ordine: 
19